Con una risoluzione approvata a Lisbona in occasione di una riunione straordinaria, la Comunità dei paesi di lingua portoghese (Cplp) ha condannato il golpe organizzato in Guinea Bissau il mese scorso e chiesto il ripristino dell’ordine costituzionale.
Pur indirettamente, la Cplp ha preso le distanze dalla Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) che ha ammorbidito le sue posizioni nei confronti dei golpisti accogliendone di fatto alcune richieste in occasione del suo recente vertice a Dakar.
Riuniti a Lisbona, i rappresentanti dei paesi lusofoni hanno proposto la formazione di un gruppo di contatto sotto il coordinamento delle Nazioni Unite e con delegati di Unione Africana, Cplp e Cedeao. Hanno inoltre sostenuto il regime di sanzioni imposto dall’Unione Europea (che ha colpito sei esponenti della giunta al potere) e sottolineato la necessità di rilanciare la riforma delle forze armate della Guinea Bissau e combattere l’impunità e la minaccia costituita dal narcotraffico in Africa occidentale. Quest’ultimo punto è stato fatto in riferimento alla presenza di gruppi della criminalità internazionale che utilizzano la Guinea Bissau come testa di ponte tra America latina ed Europa per gestire una serie di traffici illeciti.
La scorsa settimana la Cedeao, condannando il golpe e chiedendo il ripristino delle garanzie costituzionali, aveva raccomandato l’avvio di un periodo di transizione di 12 mesi con un passaggio dei poteri dai militari a un nuovo presidente del parlamento e a un governo di larghe intese. Il riferimento alla scelta di un nuovo presidente del parlamento sembra andare in direzione delle richieste fatte dai militari che rifiutano il reinsediamento di Raimundo Pereira (attualmente riparato in Costa d’Avorio insieme all’ex primo ministro Carlos Gomes Junior). Quest’ultimo, già alla guida del parlamento, ai sensi della Costituzione vigente aveva preso il posto del presidente Malam Bacai Sanha, scomparso lo scorso gennaio in seguito a una malattia.